scrivere è
Nella storia dell’umanità la scrittura segna il passaggio dalla preistoria alla storia, introducendo nuove regole (“verba volant, scripta manent”!) e nuovi modi di comunicare con gli altri e con se stessi. Perché la scrittura è uno strumento potente. Dilata il tempo dell’ascolto, facilitando la concentrazione, la selezione delle cose da comunicare, il silenzio. La scrittura è solitudine e viaggio interiore, è scoprire un pezzo di sé attraverso quel lavoro di introspezione che la scrittura per sua natura impone. La parola scritta, materializzandosi su un foglio di carta, ci fissa, mettendoci di fronte ai nostri pensieri, alle nostre emozioni, ai nostri ricordi. Che possono essere modificati, cancellando e riscrivendo oppure strappando e buttando via, perché la scrittura utilizza supporti “altro da sé”, come la carta e la penna. Scrivere è fisicità. Ma è anche affettività perché ciò che si scrive può essere accolto o respinto, letto o non letto, visto o non visto. Scrivere è sempre donare un pezzo di sé e per questo è importante accogliere sempre ciò che il bambino scrive – o ciò che il bambino disegna. Strappare le pagine di un quaderno, guardarlo frettolosamente mettendolo subito da parte, è respingere un dono pieno di aspettative.
Ecco perché è importante per noi che un bambino scriva volentieri: perché scrivere vuol dire aprirsi ad un mondo interiore ricco e avere uno strumento in più per conoscersi ed emozionarsi. Restituire e donare il piacere di scrivere è il nostro obiettivo.
